Karibu Sana, disse la nostra guida in lingua swahili, mentre ci indicava la strada

e l’Africa sorrise…

Uganda, 11 agosto 2013, Bwindi Impenetrable Park: I gorilla di montagna.

Camminammo otto ore, tra liane, foglie giganti, cespugli spinosi in un interminabile su e giù di colline, otto ore di foresta senza sentiero guidati dalla voce della nostra guida che dall’alba seguiva le tracce dei gorilla.
Sento ancora il bruciare del sole tra gli occhi, ogni volta che i raggi riuscivano ad aprirsi un varco tra tutto quel fogliame… su è giù in un interminabile saliscendi, dove orientarsi era impossibile, dove i ranger erano la nostra unica bussola. 
Ho amato quel cammino, ho amato quell’odore acre delle foglie umide e del nostro sudore, gli occhi strizzati per cercare di scorgere un muso, una zampa, le orecchie tese verso ogni rumore.
 Ho desiderato che, improvvisamente, una collina fosse più alta delle altre e ci permettesse di vedere per un attimo, anche solo per un attimo, un orizzonte; invano.
 Invano ho cercato i sentieri, invano cercai di rendere il mio respiro meno affannoso; dopo qualche ora me ne dimenticai e, insieme ai miei compagni di viaggio, mi lasciai inghiottire da quel mondo antico.
Eccolo: