Castelluccio di Norcia, giugno 2015.

Vi scrivo dal fondo del mare delle colline che stanno tutt’intorno a Castelluccio di Norcia, un luogo incantato, mosso dal vento che soffia, incessante, tutto il giorno.
Vi scrivo, dalla sua chiesa in cima alla collina, così piccola, che pare una nicchia dove rifugiarsi quando il vento soffia troppo forte.

Vi scrivo dalle sue vie, dai suoi profumi di lenticchie e di fiori, dallo sguardo, vigile, del monte Vettore che sorveglia, grigio, il verde delle sue colline.
Vi scrivo da un cielo blu e da una notte così stellata che pare sia africana.
Vi scrivo dall’Italia degli Appennini che sorprende per i suoi borghi,
 i colori,
 la natura,
 la gente.
Vi scrivo perché ho incontrato persone delicate che mi hanno fermato per le vie, offrendomi i loro racconti.
Vi scrivo perché ho incontrato il silenzio dei monti, che si è fatto da parte, lasciando trasportare al vento i suoni della vita…

L’ANIMA E IL VENTO
Saprà fare un buon lavoro
quel vento improvviso che investe, potente,
le parole che scrivo su pezzi d carta di fortuna.

Io sono quelle parole
che viaggiano nell’aria
e che sono la parte più intima della mia anima.

Guardo,
talvolta,
quelle parole delicate
quelle frasi gioiose
quell’esplosione di colori,
e sorrido;
la mia anima mi appare lì,
appesa nell’aria,
avvolta da papaveri rossi,
come campi immensi
dai mille colori,
dai mille fiori.

E se il vento,
birichino,
scompiglia le foglie
i fiori
i colori
non mi arrabbio,
aspetto.

Aspetto che si plachi
e rimetta in un nuovo ordine,
con la brezza della sera,
tutti quei pezzi colorati.

Non appartengo a nessuno
e nulla appartiene a me:
sono solo quei pezzi colorati
scompigliati dal vento.